Gare in E-Bike ? ma perchè...

Il mondo del ciclismo è oggi diviso in due parti:
  • I puristi/tradizionalisti, ovvero coloro che non vogliono sentire assolutamente parlare di bici a pedalata assistita;
  • Gli innovazionisti che invece non la disdegnano, perché ne hanno capito l’utilità: il fatto che sia un mezzo di trasporto perfetto per tutti coloro che sono meno allenati, e che si inserisce molto bene nel contesto urbano.

La domanda che viene dal mondo sportivo pone l'accento su una questione:
Che senso ha fare delle gare di bici elettriche a pedalata assistita?

A dare una risposta ha provato Marco Aurelio Fontana, il Prorider che lo scorso inverno ha deciso di lasciare il mondo delle cross country tradizionali, specialità nella quale ha vinto il bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012, oltre ai titoli mondiali, per passare alle gare di bici elettriche a pedalata assistita.

"In bici elettrica non è che non faccio fatica, per mandarla avanti bisogna sempre pedalare: è chiaro che è una fatica diversa, così come diversa è la tecnica di guida.
 Solo mettendo a dura prova le bici, nel contesto di una gara, le case produttrici possono capire come intervenire per offrire un mezzo sempre più efficiente. Diciamo la verità, le case vogliono offrire prodotti perfetti perché la bici elettrica è un mezzo che viene richiesto sempre di più e quindi deve essere costantemente migliorato. Il ragionamento è un po’ lo stesso che fanno le case automobilistiche: in gara si riesce a capire cosa bisogna migliorare nelle bici. Questi mezzi sono perfetti per il cicloturismo, per muoversi facendo meno fatica, e faranno avvicinare al ciclismo tanta gente”. 

Che si propenda per una parte oppure per l'altra,ogni opinione è lecita nel pieno rispetto del prossimo, ma tutto sommato che si avvicini la gente al ciclismo ci pare una bella cosa anche se a farlo fosse una E-bike

Grazie a Marco Aurelio Fontana
(Fonte In Bici-Passione sui pedali)

Dalla Redazione Slow Bike Tourism



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