Slow Wine, tanta Romagna

Volevamo ben dire che non fosse così

Novembre è il mese in cui il vino inizia a prendere la sua forma concreta in cantina.
Ed è (anche) quel periodo dell’anno in cui escono le principali guide enologiche.

Per i santi bevitori sono «bibbie laiche» dei vini, il karma filosofico per amatori, gustatori ed addetti del settore.

Tra queste c’è «Slow Wine», un tomo di quasi 1.200 pagine in cui lo stivale vitivinicolo viene recensito seguendo un focus particolare, mirato ed in sintonia con l’impostazione dell’associazione Slow Food, che punta, più di altre, a evidenziare testimonianze in bottiglia sempre più rispettose del connubio tra uomo, natura e agricoltura, in questo caso vinicola.

Una guida che oltre a tener fede a quel criterio di «Buono, pulito e giusto» di petriniana indicazione, non disdice di evidenziare le migliori rappresentazioni tra qualità e prezzo.

L’edizione 2019 della guida rileva una nutrita pattuglia per quanto riguarda la Romagna.
Poco meno di una cinquantina di aziende e cantine, per la precisione 44, tra cui spiccano 17 realtà che hanno ottenuto una menzione particolare.
Otto cantine con l’attestazione di «Vini slow»
(quelli che rispettano la filosofia di Slow Food)
Tre con l’attestazione di produzioni che annoverano «Grandi vini»
(vino eccellente)
Sei con il riconoscimento di produzioni di «Vino quotidiano»
(vino eccellente sotto i 10 euro)

Nelle numerose gite e scoperte del territorio in bici, spesso azzecchi la porta giusta
Infatti condividiamo lo Slow come motivo trainante

(fonte stampa-rivisitazione testo redazione Slow Bike Tourism)
Dalla Redazione Slow Bike Tourism

Commenti

Post più popolari