Rivoluzione bike sharing a Reggio Emilia

(fonte Gazzetta di Reggio)

In estate partirà il nuovo sistema di bike sharing, che sarà gestito da "Mobike": una ditta asiatica già attiva a Milano e Firenze. Per abbonarsi basterà un'app.


Addio alle rastrelliere mal funzionanti o disattivate, alle bici inesistenti, a scomodi e arcaici sistemi di pagamento. Entro l’estate, a Reggio Emilia, il modello comunale di bike sharing cambierà radicalmente. Dopo Milano e Firenze, città italiane pioniere di questo nuovo sistema, anche nel Comune capoluogo sbarcherà la “via cinese” alla mobilità su due ruote.
L’azienda asiatica si chiama Mobike e promette un servizio ultra tecnologico. Per poter accedere alla biciclette basterà scaricare l’app, disponibile per tutti i modelli di smartphone, caricare del credito, scansionare il codice qr presente sui telai e montare in sella. Il software calcolerà in automatico il tempo di utilizzo e scaricherà la cifra corrispondente, comunque molto ridotta. Si parla, infatti, di una spesa di circa 0,50 centesimi l’ora ma che potrebbe raggiungere soglie ancora più basse.

È molto probabile che, come è accaduto lo scorso anno per i capoluoghi di Lombardia e Toscana, vengano inoltre attivati anche dei veri e propri abbonamenti. Dei “Mobike Pass” che permetteranno, se verranno applicate le stesse tariffe anche a Reggio Emilia, di usare le biciclette per un mese al prezzo di 5 euro, 10 euro per 90 giorni, 50 euro per 180 giorni fino ai 199 euro per un anno intero.
Non solo, un’altra novità pensata dal colosso cinese della mobilità sono le multe per chi infrange il regolamento, ad esempio lasciando la bici in spazi privati o non chiudendo il lucchetto. Per questi utenti il successivo costo di utilizzo lieviterà notevolmente, un incentivo a rispettare la civile convivenza.

A livello pratico, invece, a trovare le bici libere nelle vicinanze ci penserà il sistema gps degli smartphone che, collegandosi con il chip presente in ogni telaio, tramite mappa vi porterà verso il sellino più vicino.

Anche se probabilmente delle rastrelliere di “deposito” verranno installate in centro storico e nelle frazioni, ci sarà la possibilità di parcheggiare le bici anche in altre zone della città semplicemente lasciandole appoggiate nei punti più idonei. Attualmente, però, il condizionale è d’obbligo. L’amministrazione comunale infatti sta ancora studiando il progetto e la collaborazione con la società cinese, ma l’operazione è già in una fase molto avanzata.

Tanto che, si dice in municipio, già entro l’estate si dovrebbe partire con mille nuove bici piazzate in diversi punti del territorio comunale.

Reggio Emilia, quindi, diventerebbe la terza città italiana che ha scelto questo modello alternativo di bike sharing, che a Firenze e Milano, conta oltre 250mila iscritti all’app e più di 200mila chilometri percorsi.

Nulla a che vedere con il vecchio servizio che non ha mai davvero funzionato e che ha creato negli anni fiumi di polemiche e critiche. Basti pensare che attualmente, stando a quello che riferisce il portale di riferimento, mimuovoinbici.it, non sono operativi oltre la metà degli stalli: nove su sedici complessivi. Nelle stazioni dove il noleggio è attivo, poi, non funzionano alcune delle rastrelliere dove vanno prese e depositate le bici.

Mobike, invece, è una delle due startup di maggior successo in Cina per il bike sharing, un settore che è diventato tra i più di moda di tutto il Paese. La società è stata fondata a dicembre 2015 da Hu Weiwei e Davis Wang e attualmente conta oltre cento milioni di utenti in circa cento città, con più di 2,5 miliardi di chilometri percorsi che equivalgono,
stando alle stime del Wwf, a oltre 600mila tonnellate di CO2 risparmiate. La sicurezza garantita dall’azienda ha presto portato anche a finanziamenti cospicui: si è assicurata, ad oggi, l’equivalente di oltre 900 milioni di dollari
Dalla redazione Slow Bike Tourism
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