Enologica in arrivo a Bologna
Il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia-Romagna è a Palazzo Re Enzo, dal 18 al 20 novembre
Un "cicchetto" è sembre una buona pratica per assaggiare un territorio.
Allora siete pronti ad alzare i calici, ad addentare panini d'autore, a farvi raccontare storie fantastiche?
Bene! Perché dal 18 al 20 novembre, avrete l'opportunità di cogliere in un sol colpo le tradizioni, la cultura e la varietà enogastronomica di una regione unica come l'Emilia-Romagna.
Allora siete pronti ad alzare i calici, ad addentare panini d'autore, a farvi raccontare storie fantastiche?
Bene! Perché dal 18 al 20 novembre, avrete l'opportunità di cogliere in un sol colpo le tradizioni, la cultura e la varietà enogastronomica di una regione unica come l'Emilia-Romagna.
Storicamente ospitata a Faenza, dapprima come classica fiera e dal
2007 come evento enogastronomico a tutto tondo, negli ultimi cinque anni
Enologica, il Salone del vino e del prodotto tipico
dell'Emilia-Romagna, è di casa a Palazzo Re Enzo, nel cuore del centro
storico di Bologna, una capitale del gusto e preferenziale porta
d'accesso alla straordinaria biodiversità che caratterizza questa
regione.
118 protagonisti tra produttori, Consorzi e cantine; un fitto
calendario di seminari e degustazioni tematiche per raccontare il vino
dell'Emilia-Romagna, dai principali vitigni ad alcuni autoctoni tutti da
scoprire, lungo la strada che da Piacenza porta a Rimini, con una
piccola deviazione nei terreni sabbiosi del ferrarese.
L'Emilia-Romagna è famosa per essere terra di vini popolari, di terreni generosi che l'hanno sempre posizionata tra le regioni più produttive d'Italia. Se in passato questa produzione andava a favorire il commercio di uve e vino sfuso di qualità ordinaria, se non mediocre, e a basso costo, negli ultimi 15 anni si è registrata una decisiva inversione di tendenza e questo è stato possibile grazie a quei produttori che ci hanno scommesso e creduto, grazie al lavoro dei consorzi, grazie alla tutela e alla valorizzazione di vitigni autoctoni che rischiavano di finire per sempre nel dimenticatoio, grazie all'impiego delle più moderne tecniche da applicare in vigna e in cantina. E così oggi certe produzioni di Albana, Sangiovese, Pignoletto, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio non temono il confronto con le bollicine importanti, i bianchi strutturati e i rossi corposi di altre famose regioni di Italia, e, a fianco di questi principali vitigni, troviamo altri autoctoni come il famoso, il centesimo, la spergola, l'ortrugo, la malvasia rosa che rendono questa regione, dal punto di vista vitivinicolo, inesplorata e unica.
L'Emilia-Romagna è famosa per essere terra di vini popolari, di terreni generosi che l'hanno sempre posizionata tra le regioni più produttive d'Italia. Se in passato questa produzione andava a favorire il commercio di uve e vino sfuso di qualità ordinaria, se non mediocre, e a basso costo, negli ultimi 15 anni si è registrata una decisiva inversione di tendenza e questo è stato possibile grazie a quei produttori che ci hanno scommesso e creduto, grazie al lavoro dei consorzi, grazie alla tutela e alla valorizzazione di vitigni autoctoni che rischiavano di finire per sempre nel dimenticatoio, grazie all'impiego delle più moderne tecniche da applicare in vigna e in cantina. E così oggi certe produzioni di Albana, Sangiovese, Pignoletto, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio non temono il confronto con le bollicine importanti, i bianchi strutturati e i rossi corposi di altre famose regioni di Italia, e, a fianco di questi principali vitigni, troviamo altri autoctoni come il famoso, il centesimo, la spergola, l'ortrugo, la malvasia rosa che rendono questa regione, dal punto di vista vitivinicolo, inesplorata e unica.
Tra gli appuntamenti di un format che è cresciuto e si è consolidato
nel tempo, c'è il "Teatro dei Cuochi". I migliori chef della regione
saranno pronti a mettere in scena il futuro dei piatti icona della
cucina emiliano-romagnola. Nell'anno dell'uscita del sequel di Blade
Runner che agli inizi degli anni '80, aveva rivoluzionato i codici del
genere fantascientifico e l'immaginario futuristico di una generazione, è
stato chiesto ai cuochi ospiti come saranno i piatti simbolo della
tradizione nel 2049. Attraverseranno gli anni fedeli a se stessi oppure
cambieranno faccia?
E così, per fare qualche nome, Federico D'Amato da Reggio Emilia si confronterà con la trippa, Terry Giacomello con la torta fritta di Parma, il giapponese Takahiko Kondo dell'Osteria Francescana con il tortellino.
E così, per fare qualche nome, Federico D'Amato da Reggio Emilia si confronterà con la trippa, Terry Giacomello con la torta fritta di Parma, il giapponese Takahiko Kondo dell'Osteria Francescana con il tortellino.
Dal 18 al 20 novembre Palazzo Re Enzo apre le sue porte per accogliervi e per offrirvi il meglio dell'enogastronomi-romagnola.
Per informazioni consulta il sito www.enologica.org
Telefono 0542 367700 - cellulare 347 5125365 (durante la manifestazione)
Orario di apertura: sabato e domenica 11:00 – 20:00, lunedì 11:00 – 19:00. Ingresso 20 €.
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